5 domande a...
Ingrid Collu
Intervista alI'Infrastructure Services Director di Engineering.
Ingrid Collu è Infrastructure Services Director di Engineering, dove coordina un’organizzazione dedicata alla gestione e all’evoluzione delle infrastrutture di oltre 400 clienti.
Con più di 14 anni di esperienza nel settore IT, ha sviluppato competenze trasversali in contesti industriali e consulenziali, contribuendo alla trasformazione digitale di grandi realtà attraverso approcci sempre più agili, automatizzati e sicuri.
La sua leadership si contraddistingue per una visione orientata al business, alla scalabilità dei modelli operativi e all’adozione di tecnologie innovative, come l’Intelligenza Artificiale e l’Automazione. Crede in un’IT capace di abilitare il cambiamento, generando valore reale e sostenibile per le aziende.
Oggi le aziende si trovano ad affrontare una sfida complessa: ripensare il proprio modello infrastrutturale per renderlo più flessibile, sicuro ed efficiente, rispondendo al contempo alla crescente pressione in termini di time-to-market, sostenibilità e ottimizzazione dei costi. La trasformazione dei data center non è solo una questione tecnologica, ma un vero e proprio acceleratore di business.
Le principali criticità riguardano la gestione della continuità operativa durante la migrazione, l’integrazione di ambienti ibridi e multi-cloud, la governance dei dati e l’automazione intelligente dei processi infrastrutturali. Affrontiamo queste sfide con un approccio end-to-end, mettendo a disposizione competenze verticali, metodologie collaudate e tecnologie proprietarie per accompagnare le aziende lungo tutto il percorso di trasformazione. La nostra forza è la capacità di coniugare ingegneria e visione strategica, offrendo soluzioni personalizzate in grado di migliorare la resilienza operativa e abilitare l’innovazione continua.
Siamo partner del cambiamento: per noi, trasformare un data center significa costruire le fondamenta del futuro digitale dei nostri clienti. Per questo disponiamo di data center di proprietà, attraverso i quali eroghiamo servizi sia al Gruppo Engineering sia a oltre 400 clienti, in ambito nazionale e internazionale. Il nostro network integrato comprende tre data center situati a Pont-Saint-Martin (AO), Torino e Vicenza, progettati secondo i più alti standard tecnologici, qualitativi e di sicurezza.
Il cloud ibrido rappresenta oggi la risposta più efficace all’esigenza di flessibilità delle aziende: consente di integrare ambienti on-premise, private e public cloud, adattando l’infrastruttura IT alle reali priorità del business. Perché questa scelta risulti vincente, però, è necessario poggiare su pilastri solidi: sicurezza, scalabilità e continuità operativa.
Le best practice si fondano su un approccio architetturale ben definito, una governance centralizzata e l’adozione di tecnologie che abilitano l’automazione, il monitoraggio proattivo e la segmentazione dei dati e dei carichi di lavoro. In Eng, ad esempio, combiniamo soluzioni cloud native con la robustezza dei nostri tre data center – a Pont-Saint-Martin, Torino e Vicenza – certificati e progettati per garantire la massima affidabilità e resilienza.
Queste strutture ci permettono di supportare ambienti ibridi mantenendo elevati standard di sicurezza fisica e logica, assicurando continuità operativa anche in scenari critici. Il data center di Vicenza, in particolare, è certificato ANSI/TIA-942-B con Rating Level 4, il livello più alto possibile. Quello di Pont-Saint-Martin adotta un innovativo sistema geotermico, pensato per massimizzare efficienza energetica e sostenibilità.
Un altro elemento fondamentale è la cybersecurity, che deve essere integrata sin dall’architettura. Parliamo di approcci Zero Trust, gestione centralizzata delle identità, controllo granulare degli accessi e capacità di rilevamento e risposta avanzata alle minacce (XDR). In un contesto ibrido, dove il perimetro non è più fisico ma logico e distribuito, proteggere i dati e le applicazioni significa proteggere la continuità del business.
Oggi non basta semplicemente “avere un’infrastruttura”: è necessario disporre di un’infrastruttura intelligente, capace di scalare con il business e di proteggerlo anche nei momenti più delicati. Questo richiede soluzioni dinamiche, pensate per evolvere nel tempo e rispondere con efficacia alle priorità reali delle aziende.
Stiamo vivendo un momento straordinario, in cui automazione e Intelligenza Artificiale non sono più solo strumenti di efficienza, ma veri e propri abilitatori di un nuovo modello operativo. L’infrastruttura IT non è più un semplice "motore di supporto", ma un sistema dinamico, intelligente, capace di apprendere, adattarsi e persino anticipare le esigenze del business.
Tra i trend più rilevanti vediamo l’adozione crescente di modelli AIOps, che combinano Big Data, Machine Learning e Analytics per automatizzare il monitoring, la gestione degli incidenti e l’ottimizzazione delle performance in tempo reale. Un altro fronte strategico è l’Infrastructure as Code, che consente di rendere l’intera infrastruttura programmabile, replicabile e governabile come un software.
In Eng stiamo investendo con decisione in questa direzione: stiamo costruendo un programma strutturato di automazione interna per tutti i processi operativi, che include workflow intelligenti, chatbot per il supporto tecnico, algoritmi di predictive maintenance e strumenti di provisioning automatico. L’obiettivo è duplice: aumentare la velocità e la qualità dei servizi erogati e liberare energie da attività ripetitive per concentrarci sull’innovazione.
Questa trasformazione è anche culturale: significa passare da una gestione reattiva a una visione proattiva e predittiva dell’infrastruttura. Un cambiamento che accompagniamo con competenze verticali, piattaforme proprietarie e l’integrazione sempre più stretta tra infrastruttura, dati e Intelligenza Artificiale.
Il futuro? Sarà fatto di infrastrutture self-driving: elastiche, intelligenti e integrate nativamente con i processi di business.
Garantire un accesso sicuro ai dati e alle applicazioni aziendali è oggi una priorità strategica, non solo tecnica. In un mondo in cui utenti, dispositivi e applicazioni sono ovunque, i tradizionali “perimetri” da difendere non esistono più: la sicurezza deve essere distribuita, dinamica e intelligente.
Le best practice che adottiamo si basano su un approccio Zero Trust, che parte da un principio chiave: non fidarsi mai per impostazione predefinita, verificare sempre. Questo significa implementare controlli granulari su identità, dispositivi e contesto di accesso, con una forte autenticazione a più fattori, segmentazione delle reti e cifratura end-to-end.
L’accesso sicuro non è solo una questione di tecnologia, ma di governance: lavoriamo sulla security by design, integrando la sicurezza fin dalle prime fasi dell’architettura e dei processi applicativi. Usiamo piattaforme avanzate per la gestione delle identità (IAM), soluzioni di network security e sistemi intelligenti di rilevamento e risposta alle minacce (XDR, SIEM evoluti).
I nostri data center di proprietà – situati a Pont-Saint-Martin, Vicenza e Torino – giocano un ruolo chiave in questa protezione multilivello, grazie a standard certificati di sicurezza fisica e logica, infrastrutture ridondate e una gestione centralizzata che assicura compliance, continuità e reattività.
Proteggere l’accesso oggi significa proteggere il cuore del business. E noi lo facciamo con un approccio olistico, che integra persone, processi e tecnologie in una visione condivisa di resilienza digitale.
La verità è che non esiste una risposta unica: la scelta tra gestione interna e outsourcing dell’infrastruttura IT dipende dalla strategia aziendale, dal livello di maturità digitale e dagli obiettivi a medio-lungo termine. Quello che conta è prendere una decisione consapevole, basata su dati, competenze e una chiara visione di dove si vuole andare.
Le aziende dovrebbero porsi alcune domande chiave: quanto è strategica l’IT per il mio core business? Dispongo delle competenze interne necessarie per garantire sicurezza, continuità e innovazione? Desidero mantenere il controllo operativo o preferisco liberare risorse da reinvestire in iniziative a maggior valore?
L’outsourcing non è solo una leva di efficienza, ma un acceleratore di trasformazione, soprattutto quando si affida a partner solidi e strutturati. Offriamo un modello ibrido e flessibile, che consente ai clienti di esternalizzare la gestione dell’infrastruttura senza perdere visibilità e controllo. Grazie ai nostri data center proprietari e a team verticali altamente specializzati, garantiamo livelli di servizio misurabili, sicurezza avanzata e un time-to-market ridotto.
Ciò che proponiamo è un’outsourcing evoluto, non più orientato solo al “far funzionare” l’IT, ma al “farlo crescere” insieme al business. Un modello che permette alle aziende di concentrarsi su ciò che sanno fare meglio, lasciando a noi la responsabilità di rendere l’infrastruttura agile, sicura e pronta per il futuro.
L’infrastruttura IT non è più un semplice "motore di supporto", ma un sistema dinamico, intelligente, capace di apprendere, adattarsi e persino anticipare le esigenze del business.