5 domande a...
Natalia Pianesi

Intervista alla Public Administration & Healthcare Director di Engineering.

Natalia Pianesi da oltre 20 anni è appassionata e si occupa di Pubblica Amministrazione e Sanità, dapprima in una delle top consulting e successivamente nel Gruppo Engineering.

In questo contesto è Director della Direzione Consulenza PA & Healthcare, il team di business consulting specializzato in digital transformation; inoltre, guida i Solution Consultants Healthcare, il team dei professionisti che cura l’implementazione delle proprietary solutions Engineering per il settore salute.

In sintesi, Natalia orchestra l’intera filiera dei servizi consulenziali – da quelli direzionali e organizzativi a quelli applicativi – con cui affianchiamo i nostri clienti nel ri-disegnare, progettare e attuare l’evoluzione e il miglioramento continuo dei loro processi di prevenzione, assistenza, cura, management e governo, affinché generino sempre maggiore valore anche attraverso il potere del digitale.

1. IL PNRR HA DESTINATO INGENTI RISORSE ALLA DIGITALIZZAZIONE DELLA SANITÀ. A CHE PUNTO SIAMO CON L’IMPLEMENTAZIONE DEI PROGETTI, QUALI OSTACOLI RESTANO E COME SUPERARLI?


Il PNRR sta consentendo di posare un fondamentale strato di digitalizzazione dei processi della Sanità, permettendo al nostro Sistema Sanitario di recuperare un ritardo evidente nello scenario internazionale e attuare in modo deciso il principio digital first in ogni ambito d’azione.

Quest’opera di “edificazione digitale” si sta compiendo soprattutto per i processi di assistenza e cura in ospedale e per quelli a distanza (telemedicina), mentre più selettivi sono stati sinora gli interventi su prevenzione e medicina primaria, dove il PNRR ha finanziato in prima istanza gli interventi sull’assetto “logistico” di questi livelli di assistenza (es. costruzione “fisica” delle Case della Comunità).

Il punto cruciale è stato e rimane quello del bilanciamento fra contenuti - e qualità - della digitalizzazione e tempo a disposizione per concretizzarla; è infatti indiscutibile che i traguardi PNRR siano tanto ambiziosi dal punto di vista dei contenuti quanto in quello delle scadenze, estremamente sfidanti per interventi di “change management” profondi quali le progettualità mediante cui i processi di prevenzione, assistenza e cura vengono trasformati per mezzo del digitale.

In Engineering abbiamo affrontato e tuttora affrontiamo i progetti PNRR con un distintivo approccio “esperto” ed “agile”, che ci sta permettendo di affiancare i nostri clienti nel centrare questi traguardi ambiziosi; “esperto” perché mette in campo le “buone pratiche” che abbiamo sviluppato insieme ai tanti clienti che nel tempo hanno adottato le nostre soluzioni a supporto dei processi di assistenza e cura, buone pratiche che si sono pertanto “fatte le ossa in corsia” prima del PNRR e che ci hanno consentito di “non partire dal foglio bianco” nell’impianto delle nuove iniziative; “agile” perché punta a una digitalizzazione incrementale che centri i traguardi “core” del PNRR entro le scadenze previste, ma che completi gli sforzi ulteriori in maniera sostenibile per le organizzazioni sanitarie, nel tempo.

In questo scenario è bene sottolineare come il PNRR, avendo consentito di stratificare una imprescindibile “baseline” di digitalizzazione nel SSN, lanci a quest’ultimo molte sfide ulteriori di trasformazione digitale, che sono raccordabili nei concetti di completamento della digitalizzazione ed elevazione della digitalizzazione del Sistema Sanitario, che a nostro avviso dovrebbero essere affrontate con il medesimo impegno e con la medesima urgenza che ha caratterizzato l’epoca PNRR.

Il completamento della digitalizzazione delle organizzazioni sanitarie verterà soprattutto sulle sfere della prevenzione e della medicina di prossimità, ove potrà avvenire con consapevolezza solo puntando – oltre che ad un coinvolgimento attivo degli assistiti-pazienti – all’interoperabilità fra i sistemi di questo ambito e quelli ospedalieri e di assistenza a distanza, al fine di seguire i percorsi preventivi-diagnostico-terapeutici-assistenziali dei cittadini in ogni loro passo e poterli progressivamente ottimizzare, mettendo in moto realmente la presa in carico delle cronicità ed, in generale, la gestione dei percorsi di salute della popolazione, che senza il digitale non potrebbero perfezionarsi.

L’elevazione della digitalizzazione del Sistema Sanitario, invece, si realizzerà trasformando ulteriormente tutti i processi di prevenzione, assistenza e cura con la potenza delle tecnologie di frontiera, specie quelle che si occupano di manipolazione avanzata dei dati, come l’AI.

2. PARLIAMO DI INTEROPERABILITÀ, CHE È ANCORA UN PROBLEMA APERTO. QUALI MODELLI DI GOVERNANCE POTREBBERO MIGLIORARE LA COOPERAZIONE TRA ENTI A TUTTI I LIVELLI DEL SISTEMA SANITARIO?


L’interoperabilità sottende delle rilevanti capabilities tecnologiche, ma il suo vero motore è la semantica dei processi e dei dati: ad interoperare devono essere i processi e i dati che fra di essi occorre scambiare, prima che le applicazioni informatiche che ospitano tali dati e che sono preposte a sostenere tali processi.

Muovendo da questa considerazione, le applicazioni informatiche potranno essere ben interconnesse a tutti i livelli del Sistema Sanitario (i.e. infra-aziendali; sovra-aziendali; fra Aziende Sanitarie e Regione; fra Regioni; fra Regioni ed Enti Centrali della Sanità) solo ponendo una lente d’ingrandimento ed elicitando i requisiti di collegamento e di cooperazione dei processi e dei dati dell’uno che abilitano l’operatività degli altri e viceversa. Solo in questo modo le “tecniche” di interoperabilità potranno prendere vita e sprigionare i loro potenziali, trasformandoli in realtà.

In Engineering da tempo adottiamo un’impostazione alla concezione e alla realizzazione degli interventi con cui supportiamo i nostri clienti della Sanità nella trasformazione digitale dei propri processi amministrativi, clinici e direzionali sull’apporto formidabile del connubio fra “conoscenza di dominio” e “padronanza delle tecnologie”.

Seguiamo questa impostazione sempre di più anche per le tematiche inerenti l’interoperabilità, in cui le capabilities delle nostre soluzioni applicative proprietarie – sempre al passo con i tempi dal punto di vista tecnologico – sono espresse, non solo sul piano delle feature e degli standard tecnici, ma anche e soprattutto come modello standard di processi cooperanti che intendono supportare e di corredo dati che a tal fine prevedono di scambiare; tale standard prevede diversi livelli di maturità e lo mettiamo a disposizione delle organizzazioni sanitarie affinché scelgano quello più adeguato ai traguardi di interoperabilità cui ambiscono.

Seguiamo questa impostazione anche nelle iniziative di system integration in cui operiamo e in cui contribuiamo a progettare e realizzare ecosistemi applicativi variegati – fatti di soluzioni applicative legacy pre-esistenti, di nuove applicazioni proprietarie nostre o di altri player IT e di altre applicazioni da realizzare in modalità green field – in cui l’attenzione alle esigenze di processo e al significato dei dati che interscambiano mediante le integrazioni sono, nel contempo, il punto di partenza e la chiave di volta per farli funzionare centrando gli obiettivi di business per i quali erano stati ideati. 

3. L’AI E L’ANALISI AVANZATA DEI DATI POSSONO AIUTARE LA SANITÀ AD EVOLVERE. QUALI APPLICAZIONI CONCRETE SONO GIÀ IN USO E COSA DOBBIAMO ASPETTARCI NEI PROSSIMI MESI?

La digitalizzazione dei processi del Sistema Sanitario che il PNRR sta potenziando pone finalmente le basi per disporre di patrimoni informativi “a scala” abilitanti, da un lato, l’analisi dei dati a scopi di governance e di supporto alle decisioni a tutti i livelli del Sistema; dall’altro lato, la possibilità di iniettare con efficacia le tecnologie di frontiera incentrate sul trattamento “future-proof” dei dati, come l’Intelligenza Artificiale, che possono sprigionare il loro valore solo a partire da patrimoni informativi estesi e dotati di profondità storica.

In questo scenario, in Engineering siamo vicini ai nostri clienti del Sistema Salute nell’abbinare al completamento della digitalizzazione – specie quella resa possibile dall’adozione delle nostre soluzioni applicative proprietarie in ambito clinico, sanitario e assistenziale – anche la sua “elevazione” per l’analisi evoluta del dato.

Lo facciamo, in primis, con un portfolio di soluzioni di data analytics che offrono livelli essenziali di insight sui processi digitalizzati dalle nostre applicazioni proprietarie (es. Cartella Clinica Elettronica; sistemi di digitalizzazione del percorso chirurgico; telemedicina; ecc.) e che, in modo agile, attiviamo a beneficio dei nostri clienti che scelgono di adottare tali applicazioni, per assicurare loro le necessarie viste direzionali sui processi digitalizzati; del resto, adattiamo tali soluzioni in funzione di esigenze ulteriori che emergono a mano a mano che, una volta soddisfatte le esigenze conoscitive di base, i processi direzionali dei nostri clienti si sofisticano e richiedono uno sfruttamento ulteriore e più avanzato dei dati disponibili.

In secondo luogo, lo facciamo con le nostre expertise e soluzioni di contabilità analitica e di controllo di gestione che, per loro natura, abbracciano tutti gli ambiti operativi delle organizzazioni sanitarie e ne tracciano le ricadute economiche, fornendo un quadro d’insieme di particolare valore soprattutto per la “C-suite” delle organizzazioni sanitarie a tutti i livelli – locale, regionale e nazionale – del SSN. Infatti, il potenziamento dei patrimoni dati digitalizzati delle organizzazioni sanitarie è fattore decisivo per imprimere un’accelerazione e una strutturazione inedita ai processi di Performance Improvement in Sanità, che a sua volta rappresenta una vera opportunità per occuparsi in modo contemporaneo della sostenibilità del SSN nella sua interezza.

In terzo luogo, lo facciamo con l’innesto delle tecnologie di frontiera – a partire dall’AI – nella data analysis che a loro volta, da un lato, permettono di corredare di previsione e simulazione gli insight di processo e gestionali tradizionalmente ritraibili secondo una logica “a consuntivo”; dall’altro lato, consentono di trasformare le applicazioni da cui i dati promanano, rendendole data-driven.

Con riguardo a quest’ultimo punto, fra le nostre esperienze più recenti, utile menzionare, sebbene a titolo non esaustivo:

  • In ambito engagement del cittadino, il supporto conversazionale lungo tutto il ciclo di vita della prenotazione CUP

  • In ambito diagnostico, il supporto agli anatomo patologi nel gestire a distanza le proprie attività grazie alla Digital Pathology

  • In ambito trattamento ospedaliero, il supporto ai diversi professionisti che intervengono nelle codifiche necessarie per la compilazione delle SDO

  • In ambito telemedicina, il supporto ai professionisti sanitari mediante l’analisi delle emozioni dei cittadini sottoposti a televisita e teleassistenza.

Tutte esperienze in cui l’AI è al servizio dei processi operativi delle organizzazioni sanitarie, trasformandoli. 

4. IL FASCICOLO SANITARIO ELETTRONICO È ESSENZIALE PER L’EFFICIENZA E LA CONTINUITÀ DELLE CURE. QUALI SONO GLI STEP NECESSARI PER RENDERLO DAVVERO OPERATIVO E INTEGRATO IN TUTTE LE REGIONI?


Gli step in primo piano sono quelli che compongono il percorso tracciato oramai da qualche tempo dal Dipartimento della Trasformazione Digitale per l’implementazione del FSE 2.0, con protagoniste le Regioni ed anche l’Industria IT operativa nel SSN; percorso tuttora in atto, che mira all’accrescimento nel tempo del popolamento del FSE con sempre ulteriori documenti e dati.

Ma, accanto a questi step, ve ne sono altri che potremmo definire di converso degli step “dietro le quinte”, ma altrettanto importanti, perché de facto conferiscono slancio ai primi. Faccio riferimento al già menzionato “aumento” della digitalizzazione dei processi sanitari che è in corso soprattutto grazie al PNRR; esso crea i presupposti per un’alimentazione del FSE sempre più ampia e legata non soltanto ai tradizionali processi di diagnosi, assistenza e cura, ma anche ai nuovi spazi d’azione che sempre di più saranno l’impronta di un rinnovato SSN: la telemedicina, i processi di assistenza e cura nel territorio, la presa in carico delle cronicità, la prevenzione, ecc.

In seconda battuta, richiamo l’attenzione sulla profondità del change management che si dovrebbe realizzare nelle organizzazioni sanitarie in parallelo rispetto al pur rilevante sforzo tecnologico in corso per l’alimentazione del FSE 2.0 in sé (es. integrazioni, aggiornamento di soluzioni proprietarie, ecc.).

Si tratta degli interventi atti a sradicare consuetudini che sembravano impossibili da modificare nel flusso di lavoro dei nostri clienti, ma necessari per l’alimentazione del Fascicolo: basti pensare all’introduzione della firma dei referti o all’adeguamento delle codifiche aziendali agli standard di riferimento o alle maggiori responsabilità dei professionisti sanitari nella validazione dei documenti.

Questi interventi arrivano al cuore del funzionamento dei processi clinici e li trasformano in un’ottica di maggiore condivisibilità dei relativi contenuti ed esiti mediante il FSE; facile comprendere come senza un’attenzione adeguata a questi interventi, si depauperi la portata “rinnovatrice” del FSE.

Infine vi è uno step cruciale che consiste nell’evitare che la corsa al FSE continui ad essere tutto sommato rallentata dalla scarsa consapevolezza, in qualche contesto, del fine ultimo, ovvero abilitare quanto prima un modo nuovo di svolgere i processi sanitari, che prevede che quegli stessi processi possano essere meglio supportati proprio da quanto messo a disposizione da un FSE più opportunamente e pienamente popolato.

Insomma, in alcuni casi lo sforzo attuale per il popolamento del FSE è stato vissuto – ed è vissuto tuttora – come un adempimento per raggiungere i target numerici dei documenti conferiti, quasi fosse un obiettivo “amministrativo”, senza comprendere la reale restituzione di valore che il progetto poteva e può dare anche in futuro. Fattore che va recuperato quanto prima, a mano a mano che i contenuti del FSE maturano e si renderanno anch’essi disponibili; fattore rispetto al quale in Engineering siamo già in prima linea. 

5. COME GARANTIRE LA SOSTENIBILITÀ DELL’INNOVAZIONE NELLA SANITÀ PUBBLICA SIA DAL PUNTO DI VISTA ECONOMICO CHE OPERATIVO?


Misurando e applicando anche nel nostro SSN la regola aurea del valore, che deve rappresentare il gold-standard per dimostrare che l’innovazione – organizzativa e di processo, prima che tecnologica, dato che quest’ultima non può che essere considerata a supporto delle prime – si può fare e che essa, quando “di valore”, non è un costo ma un investimento per il miglioramento del rapporto fra risultati di salute – cioè la qualità delle cure – e le risorse impiegate per conseguirli – cioè il costo delle cure.

La misurazione dei miglioramenti nei risultati di salute ritraibili da processi innovati anche grazie al digitale, nonché dell’impatto sui costi derivanti da tali innovazioni, non è più uno scoglio insormontabile, dato che lo strato di base di digitalizzazione creato per effetto del PNRR permetterà a breve di disporre di patrimoni dati come non ne abbiamo mai visti nel SSN a tutti i suoi livelli.

Avendo superato il problema della disponibilità di dati, sarà necessario affrontare la sfida – che è sia metodologica, sia tecnologica – del loro utilizzo per lo scopo della misurazione degli impatti dell’innovazione sugli outcome e sui costi dei processi sanitari, sfida che – una volta che sarà vinta – permetterà di “oggettivare” l’impatto delle scelte di innovazione e consentirne la propulsione.

In Engineering intendiamo supportare i nostri clienti nel cogliere questa sfida, con un impegno forte nel modellare i sistemi di misurazione della performance che mettiamo a disposizione delle organizzazioni sanitarie affinché siano sempre più orientati ad elaborare metriche di valore.

 

In Engineering abbiamo affrontato e tuttora affrontiamo i progetti PNRR con un distintivo approccio “esperto” e “agile”, che ci sta permettendo di affiancare i nostri clienti nel centrare questi traguardi ambiziosi.

Natalia Pianesi Public Administration & Healthcare Director, Engineering