5 domande a...
Massimiliano Ceceri

Intervista al Data Visualization Senior Manager di Engineering.

Massimiliano Ceceri guida dal 2017 il team Data Visualization all’interno della Technology Business Line AI & Data del Gruppo Engineering, dove oggi ricopre anche il ruolo di Direttore Delivery Management AI & DATA. Il team è organizzato per aree tecnologiche (PowerBI, Qlik, Knowage, Tableau, etc) e opera su tutti i mercati con una forte focalizzazione sull’eccellenza delle competenze.

Vanta oltre 30 anni di esperienza maturati nella gestione di progetti ad alta complessità su grandi organizzazioni, su scala nazionale e internazionale. Ha una forte conoscenza del mondo banking, con particolare riferimento agli aspetti di IT & Operations.

Prima di approdare in Engineering, infatti, è stato Responsabile Area Prodotti in ambito Finance per oltre 15 anni, sviluppando capacità di gestione di grandi team di lavoro, set-up dell’engagement e disegno della proposizione commerciale, sviluppo della relazione cliente con indirizzo, governo e controllo della fase di delivery progettuale.

1. DAL DATO ALLA DECISIONE: COME SI SVILUPPA UN PERCORSO EFFICACE CHE PARTE DAI DATI, GUIDA NELL’IDENTIFICAZIONE DI TREND, RISCHI O OPPORTUNITÀ E SUPPORTA DECISIONI STRATEGICHE?


Negli ultimi anni, l’enorme crescita dei dati e le nuove possibilità di analizzarli in modo rapido ed efficace hanno trasformato profondamente il modo in cui le aziende prendono decisioni. Oggi, grazie a sistemi di archiviazione sempre più accessibili, alla potenza di calcolo e agli strumenti di Business Intelligence basati sul linguaggio naturale, i dati non sono più un dominio esclusivo dell'analista: sono diventati una risorsa condivisa da tutte le funzioni aziendali. Questo cambiamento consente di prendere decisioni più consapevoli e fondate su evidenze concrete, rafforzando la capacità di identificare trend, rischi e opportunità e di adattare rapidamente le strategie aziendali.

Il Data-Driven Decision Making (DDDM) si fonda su tre pilastri fondamentali: la qualità e la gestione dei dati, l’analisi strutturata e ripetibile, e sistemi decisionali integrati che includono dashboard, alert e revisione umana. Tale approccio rende possibile individuare tempestivamente i cambiamenti, personalizzare prodotti e servizi in base ai bisogni dei clienti e monitorare costantemente le performance aziendali. Inoltre, il DDDM non mira a sostituire l’esperienza o l’intuito dei manager, ma ne valorizza il contributo, riducendo l’incertezza e promuovendo scelte più solide e affidabili.

La centralità dei dati nella gestione aziendale rappresenta oggi un fattore competitivo essenziale: chi adotta il DDDM riesce a ottimizzare i processi, superare i bias cognitivi e cogliere nuove opportunità di sviluppo.

Concetti come Data-Driven Management (DDM) o Data-Driven Strategic Management (DDSM) stanno acquisendo sempre maggiore rilevanza, proprio perché uniscono il valore delle intuizioni umane alla forza dei dati.

Il cosiddetto “Digital Divide” diventerà sempre più un fattore determinante: il gap tra le aziende che sapranno distinguersi grazie all’uso intelligente dei dati e quelle che resteranno ancorate a vecchi modelli sarà sempre più ampio. Il DDDM rappresenta quindi uno strumento imprescindibile per tutte le realtà che ambiscono a primeggiare nell’era digitale, permettendo di prendere decisioni fondate sui dati che valorizzano pienamente il potenziale aziendale e garantiscono risultati tangibili.

2. QUALI SONO LE BEST PRACTICE DI DATA VISUALIZATION CHE SI POSSONO ADOTTARE PER TRASFORMARE I DATI IN INSIGHT FACILMENTE FRUIBILI PER L’UTENTE FINALE? E QUALI LE TECNOLOGIE ABILITANTI IN TAL SENSO?


Una visualizzazione efficace dei dati non è soltanto una questione estetica, ma uno strumento fondamentale per trasformare numeri e informazioni in insight immediatamente comprensibili dall’utente finale. Seguire alcune best practice, insieme all’uso di strumenti adeguati, è essenziale per garantire che i dati siano fruibili, pertinenti e orientati alle decisioni.

Ogni visualizzazione deve partire da uno scopo chiaro e dalla comprensione del pubblico: conoscere le esigenze di chi fruirà i dati consente di scegliere il formato e la tecnologia più adatta. Strumenti come Tableau, Power BI, Looker Studio, Qlik Sense e Knowage (la piattaforma open source di Engineering) solo per citarne alcuni, permettono di creare dashboard interattive, integrabili con fonti eterogenee e capaci di guidare l’utente attraverso percorsi analitici personalizzati.

Il design deve privilegiare la chiarezza: colori coerenti, etichette leggibili, spazio bianco e una disposizione ordinata migliorano la comprensione. Funzionalità come filtri dinamici, tooltip e drill-down aiutano l’utente a esplorare i dati in modo intuitivo.

Guidare l’occhio con segnali visivi e costruire una narrazione coerente è cruciale; strumenti di data storytelling come Flourish, Observable o StoryMapJS supportano questa dimensione narrativa. Infine, test e feedback continui consentono di perfezionare le visualizzazioni, trasformando i dati in insight realmente utili e decisioni più consapevoli.

Per concludere, una buona data visualization nasce dalla sintesi tra scelta consapevole degli strumenti, attenzione al messaggio e cura dell’esperienza utente, con l’obiettivo di far emergere insight chiari e decisioni informate.

3. IN CHE MODO L’AI STA INFLUENZANDO L’EVOLUZIONE DELLA DATA VISUALIZATION E QUALI OPPORTUNITÀ O SFIDE COMPORTA QUESTA TRASFORMAZIONE?


L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando la data visualization, trasformandola da uno strumento descrittivo a un potente mezzo di scoperta e narrazione dei dati. Grazie all’integrazione di algoritmi di machine learning e modelli di linguaggio naturale, oggi le piattaforme di analisi sono in grado di generare automaticamente visualizzazioni pertinenti, individuare correlazioni nascoste e fornire insight in tempo reale. Questa evoluzione, nota come Augmented Analytics, sta rendendo l’analisi dei dati più accessibile e interattiva, permettendo di “dialogare” con le informazioni in modo semplice e naturale.

Tuttavia, questa evoluzione comporta anche nuove sfide: la necessità di garantire trasparenza nei processi algoritmici, prevenire bias nei risultati e mantenere un ruolo critico umano nell’interpretazione delle informazioni, “dando voce” ai dati.

In Engineering, stiamo offrendo proprio quella voce attraverso l’integrazione nativa tra Knowage, la nostra piattaforma open source di business intelligence, e EngGPT, il Large Language Model italiano di Private GenAI sviluppato dal Gruppo. Questa sinergia permette di unire la potenza analitica dei dati alla comprensione contestuale dell’AI, rendendo le visualizzazioni più intelligenti e personalizzate.

In definitiva, l’AI non sostituisce l’intelligenza umana ma l’amplifica: trasforma i numeri in storie, favorisce decisioni più consapevoli e rende la data visualization più umana, narrativa e inclusiva.

4. L’ACCESSIBILITÀ È UNA FUNZIONALITÀ SEMPRE PIÙ ESSENZIALE ANCHE PER LA DATA VISUALIZATION. QUALI SOLUZIONI POSSONO ESSERE MESSE IN CAMPO PER DEMOCRATIZZARE L’ACCESSO AL DATO IN QUESTA ACCEZIONE?


L’accessibilità nella data visualization è oggi imprescindibile per una reale democratizzazione dell’accesso ai dati: non si tratta più solo di rendere disponibili le informazioni, ma di garantire che chiunque possa comprenderle e utilizzarle per decisioni consapevoli. Questo obiettivo richiede l’abbattimento di barriere tecniche, linguistiche e cognitive, promuovendo una cultura inclusiva e data-driven.

Le soluzioni più efficaci per rendere la data visualization accessibile prevedono la progettazione di visualizzazioni inclusive, con particolare attenzione al contrasto cromatico, all’utilizzo di palette accessibili anche per utenti daltonici, all’inserimento di etichette chiare e descrittive e alla fornitura di testi alternativi o tabelle per chi si avvale di screen reader. È fondamentale offrire interazioni semplici e intuitive, come filtri e tooltip che arricchiscano l’esperienza senza complicarla, adattandosi alle diverse esigenze degli utenti.

L’integrazione di interfacce conversazionali basate su Intelligenza Artificiale rappresenta un ulteriore passo avanti, permettendo l’interazione con i dati in linguaggio naturale e facilitando l’accesso anche a chi non possiede competenze tecniche avanzate. La semplificazione delle dashboard e l’introduzione di strumenti di storytelling visivo contribuiscono a tradurre informazioni complesse in narrazioni comprensibili, favorendo la condivisione della conoscenza.

Infine, la trasparenza degli algoritmi e il mantenimento del controllo umano sono indispensabili per evitare distorsioni e garantire un ecosistema informativo equo, aperto e partecipativo. La democratizzazione del dato passa dunque attraverso innovazione tecnologica, progettazione consapevole e un impegno costante verso l’inclusività.

5. IN UN CONTESTO IN CUI LA DATA SOVEREIGNTY DIVENTA SEMPRE PIÙ CENTRALE, COME È POSSIBILE OTTENERE INSIGHT AVANZATI E FACILMENTE FRUIBILI PER IL BUSINESS, MANTENENDO PIENO CONTROLLO E SICUREZZA SUI DATI? QUALI SOLUZIONI OFFRE ENGINEERING IN QUESTO SENSO?


Nel panorama digitale attuale, la data sovereignty è una priorità strategica. Le imprese devono saper bilanciare la necessità di ottenere insight avanzati e facilmente fruibili con quella di garantire sicurezza, governance e conformità normativa.

Per rispondere a questa sfida, è essenziale adottare soluzioni che coniughino innovazione e tutela del dato, attraverso architetture “trusted by design” e modelli di Private GenAI che mantengano l’elaborazione e l’intelligenza all’interno di ambienti controllati e sicuri.

In questa direzione, Engineering si distingue per le sue soluzioni flessibili, integrabili con i sistemi esistenti e per il supporto continuo su sicurezza e compliance. Soluzioni concrete di Private GenAI come EngGPT, il Large Language Model italiano di Private GenAI, che valorizza i dati aziendali senza esporli a piattaforme esterne, generando insight e automazioni linguistiche nel rispetto dei principi di data sovereignty e privacy-by-design.

In questo modo, le organizzazioni possono sfruttare il potenziale dell’AI per prendere decisioni più consapevoli e competitive, mantenendo al contempo pieno controllo, sicurezza e fiducia sui propri dati.

 

La democratizzazione del dato passa attraverso innovazione tecnologica, progettazione consapevole e un impegno costante verso l’inclusività.

Massimiliano Ceceri Data Visualization Senior Manager di Engineering