5 domande a...
Natale Di Giovanna
Intervista al Direttore Commerciale di Municipia.
Natale Di Giovanna è il Direttore Commerciale di Municipia, la società del Gruppo Engineering che affianca i Comuni di ogni dimensione nel loro percorso di trasformazione digitale.
Ingegnere, appassionato di tecnologia, ha una solida esperienza ultraventennale sul mercato IT per la Pubblica Amministrazione.
In passato ha ricoperto anche il ruolo di Amministratore Delegato di una joint venture dedicata alla gestione dell’innovazione per la regione siciliana.
Il PNRR ha senz'altro accelerato la digitalizzazione dei Comuni italiani, offrendo un'opportunità straordinaria, ben sfruttata da molte amministrazioni.
Tuttavia, restano ancora molte aree su cui intervenire: migliorare i servizi online per semplificare l'accesso e ridurre la burocrazia, sviluppare ulteriormente l'interazione digitale con i cittadini e garantire la protezione dei dati in conformità con le normative europee. Questi sono obiettivi fondamentali.
La promozione delle smart cities, con tecnologie verdi per il monitoraggio dei servizi pubblici e la sostenibilità urbana, poi, rappresenta un'altra grande sfida. I comuni dovranno concentrarsi su efficienza, sicurezza e innovazione, creando città più inclusive e intelligenti.
Un altro aspetto importante è la sicurezza informatica: il crescente uso dei servizi online e l'interoperabilità tra amministrazioni aumentano, infatti, i rischi per la protezione dei dati. È necessario rafforzare le misure di sicurezza per evitare attacchi che possano compromettere la privacy e l’efficienza dei servizi. Ciò comporta investimenti in tecnologie avanzate e una continua formazione del personale, soprattutto nei comuni di dimensioni medie e piccole, dove c'è ancora molto da fare.
Questo è un tema cruciale. L'articolo 3 della Costituzione afferma che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale, senza distinzione di condizioni personali e sociali, e stabilisce che la Repubblica ha il compito di rimuovere gli ostacoli economici e sociali che impediscono lo sviluppo della persona umana e la partecipazione di tutti alla vita del Paese.
In questo contesto, i Comuni rivestono un ruolo cruciale. Dai Comuni dipende gran parte di quella "rimozione" degli ostacoli. Il divario tra Nord e Sud e tra i grandi e i piccoli Comuni è però ancora ampio, con forti disparità nell'accesso ai servizi.
A mio avviso, le priorità dovrebbero essere: investimenti nella formazione digitale e nel supporto tecnico per i Comuni più piccoli e quelli situati in aree rurali.
Ciò dovrebbe comprendere: programmi di formazione per i dipendenti comunali e i cittadini; supporto tecnico diretto per i Comuni con poche risorse, creando centri regionali o online per consulenze a basso costo; accesso a una connettività internet stabile e veloce per i Comuni periferici; creazione di reti di collaborazione tra Comuni, per scambiarsi best practices e risorse, facilitando la digitalizzazione anche per i Comuni meno avanzati.
Concentrarsi su formazione, supporto tecnico e infrastrutture contribuirà a ridurre rapidamente le disuguaglianze digitali e accelerare la transizione verso una PA digitale più omogenea e inclusiva.
Inoltre, le maggiori esigenze dei Comuni di piccole e medie dimensioni potrebbero aprire nuove opportunità di mercato per gli operatori privati.
La chiave di tutto è la capacità degli amministratori locali di superare le logiche campanilistiche, riconoscendo che il territorio è unito da bisogni comuni e opportunità da esplorare insieme ai Comuni vicini. Questo richiede sensibilità e una cultura di cooperazione da parte degli amministratori. Il successo dipende dalla “cooperazione”: tra amministrazioni vicine, ma anche con aziende, università e cittadini.
Creare una rete di collaborazione permette di unire risorse, competenze e idee per risolvere le sfide locali. La cooperazione è fondamentale per superare le limitazioni di budget e competenze, tipiche dei piccoli Comuni. È essenziale poi personalizzare i servizi per rispondere alle esigenze locali, come la gestione sostenibile delle risorse, il turismo, l’agricoltura e l’ottimizzazione dei servizi pubblici.
A livello di PA sovraordinate, sarebbe utile offrire incentivi fiscali e finanziamenti alle piccole e medie imprese che operano sui territori che hanno più difficoltà. Inoltre, la creazione di hub tecnologici o incubatori di innovazione locali potrebbe combattere il fenomeno dello spopolamento, investendo in progetti di turismo digitale e valorizzazione del patrimonio. Piattaforme digitali per il turismo, come app o tour virtuali, potrebbero attrarre visitatori e generare nuove fonti di reddito per i piccoli Comuni.
Un altro aspetto importante è la partnership pubblico-privato: collaborazioni con aziende nel settore dell’IT, delle energie rinnovabili e dell’agritech possono portare innovazioni che rispondono alle specifiche necessità locali, attirando investimenti e accelerando l'adozione di tecnologie avanzate.
Infine, una riflessione: per sviluppare industria pesante e renderla competitiva servono grandi investimenti (infrastrutture quali autostrade, ponti, porti…); ma per creare poli di eccellenza sull’IT, capaci di attrarre decine di giovani brillanti e motivati, bastano un buon pc e una connessione di rete, risorse più facilmente accessibili anche ai Comuni più piccoli, in qualsiasi parte d’Italia. Ma servono politiche capaci di premiare i Comuni che vogliono provarci.
La soluzione risiede nell’integrazione di soluzioni tecnologiche all’avanguardia con modelli di collaborazione pubblico-privato, un approccio strategico che permette di ridurre i costi diretti e, allo stesso tempo, migliorare l’efficacia e l’efficienza delle amministrazioni locali.
La nostra esperienza ci conferma che nei Comuni cresce la consapevolezza della necessità di intraprendere questa strada. In particolare, per quanto riguarda i servizi “core” delle amministrazioni comunali, come la gestione delle entrate, l’urgenza di un sistema efficiente e tecnologicamente avanzato è percepita come una priorità imprescindibile.
Siamo molto ottimisti rispetto al fatto che la collaborazione tra Comuni e soggetti privati possa diventare sempre più la chiave per una gestione più snella, efficiente e in grado di delegare la gestione operativa dei servizi ai privati, mantenendo però all’interno dei Comuni il controllo politico delle scelte strategiche e la supervisione dei processi.
Affrontare la modernizzazione dei Comuni e migliorare la loro efficienza, senza gravare eccessivamente sui bilanci, è dunque possibile. Bisogna utilizzare con maggiore consapevolezza e creatività i modelli di collaborazione pubblico-privato già previsti dal quadro normativo attuale, creando un sistema più sostenibile, innovativo e al servizio della comunità.
Tutto ciò che contribuirà alla creazione di città più sostenibili, efficienti e digitalmente avanzate avrà sicuramente uno sviluppo significativo nei prossimi anni, trasformando profondamente il nostro modo di vivere e interagire con l’ambiente urbano.
L’Intelligenza Artificiale, oggi al centro di numerosi dibattiti, diventerà pervasiva in tutte le funzioni sociali e urbane, e anche i Comuni italiani non saranno esenti da questo. Le sue applicazioni nei contesti urbani rivoluzioneranno il modo in cui i servizi verranno erogati e gestiti, portando ad un’efficienza mai vista prima.
Quello che viviamo non è un semplice progresso tecnologico, ma una vera e propria nuova rivoluzione. Come abbiamo letto sui libri di storia, la prima e la seconda rivoluzione industriale hanno trasformato il 1700 e il 1800 in secoli di transizione, con un prima e un dopo che hanno segnato il passaggio a un nuovo modo di vivere, lavorare e organizzare le dinamiche sociali.
Oggi, l’AI rappresenta una nuova forma di rivoluzione, ma con una differenza sostanziale: il cambiamento non richiederà secoli, ma solo pochi anni. Chi non saprà cogliere questa opportunità, e mi riferisco ai cittadini, alle imprese e alle amministrazioni pubbliche, si troverà tagliato fuori, condannato a rimanere “lento, costoso ed inefficiente” rispetto a chi avrà abbracciato questo tipo di innovazione.
Sempre l’AI, poi, insieme all'analisi dei big data, offrirà alle città la possibilità di prendere decisioni più informate e consapevoli nella gestione delle risorse e nella pianificazione territoriale. Utilizzando algoritmi avanzati per analizzare i dati in tempo reale, come quelli relativi al traffico, alla gestione dei rifiuti o alla sicurezza pubblica, si potranno ottimizzare i servizi, riducendo i costi operativi e aumentando l’efficienza.
Inoltre, l’AI sarà fondamentale nel migliorare l’efficienza amministrativa, riducendo la necessità di operatori umani per compiti a basso valore aggiunto. Ciò consentirà di liberare risorse economiche da destinare a nuovi servizi, migliorando la qualità dei servizi pubblici e rendendo le città più attrattive per i residenti e i visitatori.
Un altro aspetto che continuerà a espandersi nelle città italiane è l’IoT, che porterà alla creazione di infrastrutture sempre più intelligenti per la gestione dei servizi urbani: pensiamo all’illuminazione pubblica, alla gestione del traffico, ai rifiuti, e molto altro. L’IoT, anche grazie alla nuova capacità di analisi fornita dall’AI, consentirà una maggiore interconnessione tra i sistemi urbani, migliorando la qualità della vita e ottimizzando le risorse.
L’adozione di soluzioni tecnologiche avanzate, come l’AI e l’IoT, sarà quindi fondamentale per rendere i Comuni più vivibili, sostenibili, competitivi e attrattivi, rispondendo alle esigenze dei cittadini e migliorando il loro benessere quotidiano. Solo così le città italiane potranno rimanere al passo con il futuro e continuare a essere luoghi dinamici e prosperi.
Un aspetto importante è la partnership pubblico-privato: collaborazioni con aziende nel settore dell’IT possono portare innovazioni che rispondono alle specifiche necessità locali, attirando investimenti e accelerando l'adozione di tecnologie avanzate.
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