Il ruolo delle Comunità Energetiche nella transizione energetica

Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) stanno diventando uno degli strumenti più concreti per accelerare la transizione energetica e raggiungere gli obiettivi fissati da UE, MASE e PNRR.

Grazie alla possibilità di condividere energia prodotta da fonti rinnovabili, cittadini, imprese e istituzioni locali possono ridurre i costi energetici, migliorare la sostenibilità ambientale e rafforzare il tessuto sociale dei territori.

In Italia le CER attive sono già oltre 200, con circa 2.000 utenze connesse e una crescita sostenuta dagli incentivi statali, come il contributo a fondo perduto fino al 40% previsto dal Decreto CER 2024. La maggior parte delle configurazioni riguarda realtà residenziali o piccoli gruppi di autoconsumatori: la sfida dei prossimi anni è l’apertura al mondo delle aziende energivore, grandi consumatori di elettricità che possono diventare attori chiave della decarbonizzazione.

 

Aziende energivore: settori coinvolti e potenzialità

Le aziende energivore sono industrie con un consumo elettrico molto elevato, regolamentato da soglie specifiche, che incidono in modo diretto sulla competitività del Paese. I settori principali includono:

  • Acciaio e metallurgia
  • Cemento e laterizi
  • Carta e chimica di base
  • Vetro, ceramica e materiali da costruzione
  • Agroalimentare industriale
  • Data Center e Cloud Service Provider (nuovi energivori della digital economy)

Queste imprese sono particolarmente esposte alle oscillazioni dei prezzi dell’energia, con un impatto diretto sul costo del prodotto finito. La partecipazione a una Comunità Energetica consente loro di:

  • stabilizzare la spesa energetica,
  • accedere a incentivi,
  • rafforzare le strategie di decarbonizzazione e reporting ESG.

 

Normativa CER: opportunità per le aziende energivore

Il quadro normativo è stato aggiornato con il Decreto CACER e le Regole operative TIAD (2023–2024), che disciplinano le modalità di partecipazione all’autoconsumo diffuso e alle CER.

  • Le grandi aziende possono entrare in una CER, pur senza controllarla (ruolo riservato a PMI, enti locali e associazioni).
  • Possono però diventare promotori, mettendo a disposizione spazi, impianti o terreni per la produzione da FER, oppure assumere il ruolo di gestori tramite una ESCo interna o partner.
  • Gli incentivi del GSE coprono sia l’energia autoconsumata sia quella immessa in rete, cumulabili con i contributi PNRR fino al 30 giugno 2026.

Questo quadro consente alle aziende energivore di partecipare da protagoniste alle Comunità Energetiche, riducendo i costi, attrarre investimenti e migliorare la reputazione ambientale e sociale.

 

Neta Energy Community: la piattaforma per gestire le CER

La soluzione Neta Energy Community di Engineering è stata sviluppata per rendere scalabile, trasparente e misurabile la gestione delle CER.

Caratteristiche principali:

  • Completezza funzionale: copertura end-to-end dalla costituzione alla gestione quotidiana.
  • Monitoraggio in tempo reale: acquisizione e ripartizione intelligente dei flussi energetici.
  • Sostenibilità misurabile: tracciamento CO₂ evitata, KPI ESG e reportistica automatizzata.
  • Engagement digitale: portali e app per il coinvolgimento attivo di cittadini e aziende.
  • Scalabilità e innovazione: apertura a nuovi modelli di business, inclusa la partecipazione ai mercati della flessibilità.

👉 Per approfondire visita la pagina dedicata alle [Comunità Energetiche].

 

Casi d’uso: Utilities e altri settori di mercato

Le CER non rappresentano solo un’opportunità per cittadini e PMI, ma anche per Utilities e industrie ad alta intensità energetica.

Applicazioni nel settore Utilities

  • Idrico: riduzione dei costi di pompaggio e distribuzione con energia da FER.
  • Teleriscaldamento e teleraffrescamento: autoconsumo da FER per alimentare pompe di calore e centrali urbane.
  • Trattamento rifiuti e waste-to-energy: valorizzazione dell’energia rinnovabile prodotta da biogas o termovalorizzazione.

Applicazioni in altri settori

  • Acciaierie e metallurgia: installazione di fotovoltaico su tetti industriali per processi interni e condivisione con il territorio.
  • Cementifici: integrazione con impianti rinnovabili e sistemi di accumulo per cicli produttivi energivori.
  • Data Center e Cloud Provider: hub di autoproduzione per ridurre costi operativi e migliorare i KPI ESG.
  • Consorzi agricoli: condivisione di energia per irrigazione, stoccaggio e trasformazione alimentare.

 

Conclusione: dalle comunità civiche alle industrie energivore

Le Comunità Energetiche Rinnovabili non sono più solo un modello civico o residenziale, ma diventano un fattore strategico di competitività industriale.

Con la piattaforma Neta Energy Community, le aziende energivore possono partecipare a un ecosistema che unisce innovazione, risparmio e sostenibilità, rafforzando la propria posizione in mercati sempre più orientati all’efficienza energetica e alla responsabilità ambientale.